Quante volte ci sembra che la propaganda politica di oggi abbia un livello sempre più scadente! Tendiamo infatti a vedere nelle volgarità, nei toni aggressivi e nella diffusione delle false notizie il segno di un decadimento. Per non smarrirci e comprendere meglio questo scenario, può essere utile aprire una domanda storica: da quanto tempo si verificano queste dinamiche? In passato era davvero tutto diverso? Prendiamo come esempio le contese per le elezioni del 18 aprile 1948, le più sentite e partecipate della storia repubblicana. Quali toni, argomenti e “tormentoni” dominarono quella campagna elettorale? I protagonisti si trattarono con rispetto o non si fecero problemi a dipingere gli avversari come nemici?
La mostra 1948 Italia al bivio
Inaugurata lo scorso 14 settembre al Palazzo dei Musei di Modena in occasione del Festival Filosofia, la mostra 1948 Italia al bivio può suggerire qualche risposta. Inizialmente aperta fino al 16 marzo 2019, per il successo riscontrato è stata prorogata al 27 aprile 2019. Alle visite guidate programmate inizialmente (il 13-14 ottobre 2018 e il 9 febbraio 2019), se ne sono aggiunte altre due, in abbinamento a un trekking storico nel centro di Modena. La prima si è tenuta il 16 marzo, l’ultima è stata programmata per sabato 13 aprile. Tutte le date hanno registrato il tutto esaurito! D’altra parte non capita tutti i giorni di fare una visita guidata gratuita, per di più fatta da chi ha partecipato all’allestimento della mostra, ovvero proprio noi – Paola Gemelli e Daniel Degli Esposti – che abbiamo collaborato alla costruzione dei percorsi espositivi e didattici con le curatrici del progetto, Maria Elisa Della Casa (Biblioteca Poletti) e Franca Baldelli (Archivio storico del Comune di Modena).
Anche l’ultima data disponibile, quella del 13 aprile 2019, ha raggiunto il sold out ed ora è aperta la lista d’attesa (capita che qualcuno abbia un contrattempo e non venga, puoi tentare), ma ti ricordiamo che sabato 13 la mostra è aperta e visitabile liberamente con orario straordinario dalle 15 alle 19 e vale davvero la pena visitarla!
Perché visitare la mostra?
Durante le visite guidate per il pubblico o per gli studenti vi accompagniamo alla scoperta della mostra. Approfondiamo via via alcuni degli aspetti più interessanti e stimolanti della campagna elettorale del 1948: dagli inganni della propaganda ad alcuni dei nodi più caldi: la guerra fredda, il lavoro, la famiglia, i giovani. Che tu faccia la visita guidata o quella libera, resterai stupito dalla varietà e dalla bellezza del materiale che abbiamo cercato di valorizzare al meglio, sfruttando non solo le classiche teche espositive, ma anche – nel caso della sede della biblioteca Poletti – i tavoli e il ballatoio. Ogni spazio disponibile, insomma, come in fondo avvenne anche in previsione di quel 18 aprile 1948. Mai vista una foto dell’epoca? Eccola qui.
Non a caso abbiamo scelto una foto modenese. Nella mostra 1948 Italia al bivio potrai vederne altre.
Tutti gli eventi, così come l’accesso alla mostra, sono gratuiti, ma per visite guidate e trekking i posti sono limitati ed è pertanto necessaria la prenotazione: tel. 059 2033372; biblioteca.poletti@comune.modena.it.
Oltre all’apertura straordinaria della mostra di sabato 13 aprile, le visite sono possibili fino al 27 aprile negli orari di normale apertura della biblioteca Poletti e dell’Archivio storico comunale, che si trovano entrambi presso il Palazzo dei Musei:
- Biblioteca Poletti: lunedì 14.30-19; da martedì a venerdì 8.30-13 e 14.30-19; sabato 8.30-13;
- Archivio storico del Comune di Modena: lunedì e giovedì 8.30-13.00 e 14.30-18.00; martedì, mercoledì e venerdì 8.30-13.00; sabato chiuso.
Il patrimonio in mostra: guida alla visita
A settant’anni dalle elezioni del 18 aprile 1948, i patrimoni della Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti e dell’Archivio storico del Comune di Modena hanno permesso di ricostruire le vicende storiche di quella campagna elettorale mediante un confronto tra la propaganda politica dei partiti e l’approccio delle istituzioni.
A tale scopo, oltre al patrimonio documentario del Comune, si è rivelata fondamentale una vecchia collezione privata, donata nel 2002 da una famiglia modenese alla Biblioteca Poletti. È il fondo di Umberto Tonini, segretario amministrativo presso la Cooperativa Muratori, Cementisti e Fumisti di Modena. Basta aprire un solo faldone per restare colpiti dalla bellezza e dall’importanza dei materiali raccolti. La documentazione sorprende per ricchezza e varietà: manifesti elettorali, opuscoli di propaganda, giornali murali, volantini, finte lettere dall’estero… siamo certi che sorprenderà anche te!
Le visite guidate e il trekking non richiedono conoscenze pregresse. Ci penseremo noi a darti tutti gli elementi utili a capire le dinamiche del secondo dopoguerra, ma se ti fa piacere prepararti agli appuntamenti o se fai una visita in autonomia, ecco qualche elemento storico per orientarti meglio.
Un piccolo approfondimento sul 18 aprile 1948
Il 18 aprile 1948 le italiane e gli italiani vivono le prime elezioni politiche del secondo dopoguerra. Il Paese si ferma per la contesa tra la Democrazia cristiana e l’alleanza social-comunista del Fronte democratico popolare. I muri delle città sono pieni di manifesti e ai seggi si formano lunghe file.
La partecipazione supera anche le aspettative dei più ottimisti. Alla fine della giornata l’affluenza raggiunge il 92,3% degli aventi diritto di voto: più di 9 adulti su 10 decidono di esprimersi nell’urna. Donne e uomini, militanti dei partiti e cittadini comuni sono convinti di poter incidere sul futuro con la scelta elettorale.
Tante persone si sentono davanti a un bivio: la vittoria della propria parte è una condizione necessaria per guardare avanti. La sconfitta, invece, assume i connotati di un incubo, intorno al quale aleggiano paure e sospetti. Si diffonde la tentazione di squalificare l’avversario politico, dipingendolo come un nemico interno. Le notizie false si accumulano e dilagano insieme all’attesa per il “momento della verità”.
L’Italia del 18 aprile 1948
È un’Italia così vicina e così lontana, quella del 18 aprile 1948. La Repubblica non ha ancora compiuto due anni e la Costituzione è in vigore da poco più di tre mesi. Le ferite della guerra fanno ancora male: la ricostruzione richiede tempo e risorse, che spesso mancano all’appello della “solidarietà nazionale”. L’idea di lottare insieme contro il fascismo, che ha animato la Resistenza, ormai non “macina” più come prima. Riemergono i contrasti e le divergenze, da una parte s’innalzano rivendicazioni e dall’altra si erigono difese.
Proprio in questo scenario dilaga la disoccupazione, l’emergenza più complicata di tutti i dopoguerra. Chi non lavora, non mangia; chi ha fame, protesta; chi non è ascoltato, si arrabbia. E sogna di cambiare tutto. Soprattutto a sinistra le sezioni dei partiti brulicano di militanti e i comizi dei leader politici riempiono le piazze. La rivoluzione è una parola d’ordine da gestire con sapienza: non va cavalcata troppo, per non compromettere la Costituzione; tuttavia non la si può nemmeno spegnere, per non deprimere la base.
Come si fa a tenere in vita l’alleanza dei partiti antifascisti, attivi nella Resistenza, mentre il mondo si divide nei blocchi della guerra fredda? Lungo la via Emilia, così come nel resto del Paese, si forma una faglia ideologica. Da una parte Peppone, dall’altra don Camillo: non a caso Giovannino Guareschi è un protagonista della campagna elettorale. Candido, il suo settimanale umoristico, è in prima linea nella lotta al comunismo.
La contesa elettorale
I conservatori diffondono il timore che il Fronte democratico popolare impedisca lo svolgimento di libere elezioni con la violenza e le intimidazioni. Il Ministro dell’Interno Mario Scelba parla spesso di un presunto “Piano K”, ovvero di un complotto rivoluzionario guidato dai comunisti per prendere il potere, indipendentemente dall’esito delle elezioni.
Democristiani e moderati diffondono dunque la paura del ritorno di una dittatura, questa volta però di matrice “rossa”. Per rincarare la dose, affermano che la vittoria del Fronte bloccherebbe l’arrivo degli aiuti statunitensi (l’incipiente piano Marshall). La Chiesa contribuisce a rafforzare lo “spirito di crociata” con pesanti minacce ai sostenitori dei partiti marxisti.
Il Fronte democratico popolare non resta certo con le mani in mano. Socialisti e comunisti accusano la Democrazia cristiana di essere un partito guerrafondaio al servizio del capitalismo statunitense. Si accumulano inoltre le denunce dei parallelismi tra l’azione del governo e le politiche del regime fascista. Tra i principali contendenti, insomma, non c’è più confronto, ma solo scontro.
La vittoria della DC e gli anni del “centrismo”
Nel corso della campagna elettorale il Fronte democratico popolare riempie le piazze e sembra pronto a dilagare. Alcide De Gasperi compatta invece intorno alla DC i cattolici, i conservatori e tutti coloro che temono un cambiamento radicale. Socialisti e comunisti mantengono la convinzione di spuntarla fino alla fine, ma il 18 aprile 1948 vanno incontro a una delusione cocente. La DC conquista il 48,5% dei consensi, mentre il Fronte si ferma al 31% e finisce per sciogliersi.
I risultati elettorali inaugurano l’epoca del “centrismo”, che si sarebbe protratta per gli interi anni Cinquanta. Nel decennio successivo i governi saranno infatti sostenuti da maggioranze parlamentari costruite intorno al predominio della DC. Faranno stabilmente parte dell’area governativa i liberali, i repubblicani e i socialdemocratici di Giuseppe Saragat. Socialisti e comunisti verranno invece relegati all’opposizione, proprio come i neofascisti del Movimento sociale italiano.
La proposta didattica
Secondo noi la mostra 1948 Italia al bivio può essere un valido strumento anche per i docenti che desiderano approfondire alcuni aspetti del secondo dopoguerra. Per quanto riguarda la didattica, abbiamo proposto un’attività che include la visita guidata alla mostra. Per chi lo desiderava, è stato possibile aggiungere un trekking urbano o un laboratorio, quest’ultimo costruito sul modello di quello tenuto al FestivalFilosofia. La proposta era inserita nel catalogo MEMO, all’itinerario numero 465. Se vuoi saperne di più, questo post fa per te. Anche in questo caso, le possibilità sono ormai esaurite, ma per la didattica stiamo lavorando a qualcosa di nuovo che ti illustreremo nel prossimo mese di maggio. 🙂
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[post aggiornato il giorno 9 aprile 2019]
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