Donne nella Resistenza: i Gruppi di difesa della donna online
Non abbiamo ancora del tutto indagato la storia delle donne nella Resistenza italiana. Tuttavia ogni progetto di ricerca può aggiungere qualche tassello in più e anche io ho fatto la mia parte. Tra settembre 2016 e aprile 2017 ho avuto infatti un ruolo come ricercatrice nel progetto I Gruppi di Difesa della Donna.
L’Anpi (comitato nazionale), l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria (Isral) e l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto) avevano avviato il progetto nel 2015. L’intento era di riportare alla luce il contributo alla Resistenza dei Gruppi di difesa della donna, con l’obiettivo specifico di mappare sul territorio nazionale i documenti (fonti archivistiche cartacee) prodotti nell’arco cronologico 1943-1945 e riconducibili ai GDD e alle formazioni a essi legate.
Donne nella Resistenza a Modena, Ferrara e Rimini
Ho collaborato al progetto prestando la mia professionalità a un lavoro di ricerca storico-scientifica in alcune province emiliane-romagnole: Modena, Ferrara e Rimini. L’esito atteso era la descrizione dei singoli documenti ritrovati e quindi l’elaborazione di schede che ho poi inserito nel database.
L’Udi aveva fatto un lavoro analogo 20 anni prima. All’epoca, però, il censimento aveva riguardato solamente i documenti conservati nell’Archivio centrale dell’Unione Donne d’Italia. Il 70° ha invece costituito l’occasione per costruire un secondo repertorio, che raccogliesse la documentazione sui GDD contenuta negli archivi della rete degli Istituti storici della resistenza, negli archivi ANPI o in altri archivi e fondi, anche privati. Il progetto ha goduto del contributo economico della Presidenza del Consiglio dei ministri per il 70° anniversario della Resistenza e della guerra di Liberazione.
Per portare a termine il mio compito ho visitato 6 diversi archivi e mappato e descritto 63 documenti. Muovendomi su tre province diverse, mi sono resa conto di come le declinazioni locali delle vicende resistenziali avessero avuto riflessi sulla movimentazione femminile clandestina. A Modena i GDD hanno potuto svilupparsi in modo considerevole, ma lo stesso non si può dire per Ferrara. Qui nascono in ritardo, anche a causa delle “prevenzioni di molti compagni nei confronti delle donne”.
Contrariamente a quanto si poteva ipotizzare inizialmente, almeno nel mio caso, non sono stati gli archivi degli istituti della Resistenza o quelli delle sedi locali dell’Anpi e dell’Udi a restituire i risultati più interessanti. Gli esiti del mio lavoro e di quello degli altri ricercatori sono stati pubblicati in un database accessibile online e sono liberamente consultabili a fini di ricerca e a scopo didattico. Puoi inoltre scaricare gli atti del convegno ANPI e i risultati della ricerca da questa pagina.
La presentazione a Reggio Emilia
Il 21 ottobre 2017, a Reggio Emilia, ho presentato i risultati del lavoro svolto in Emilia Romagna. Insieme a me erano presenti le ricercatrici Roberta Mira e Rina Zardetto, che si erano occupate delle altre province. L’iniziativa è stata organizzata dal comitato di Reggio Emilia e dal coordinamento regionale dell’ANPI, insieme al Comune di Reggio Emilia, e aveva come titolo Il diritto di partecipare (leggi di più).
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