Ne avevamo parlato giusto un paio di settimane prima durante il seminario che abbiamo tenuto al Master in Public History dell’Università di Modena e Reggio: le condizioni meteo sono una delle incognite e degli elementi di criticità dei percorsi con narrazione storica che proponiamo al nostro pubblico. Proprio con questa criticità abbiamo dovuto fare i conti lo scorso Primo maggio, in occasione della pedalata storica “Fame e lavoro. Uomini e donne a Sassuolo nel dopoguerra”, proposta nella capitale della ceramica.

Com’è andata? E’ andata più o meno come andava nel dopoguerra…

Al lavoro in bicicletta

Pioggia, neve, caldo o freddo che fosse, al lavoro si andava in bicicletta: ecco una delle ragioni per cui questa volta abbiamo proposto una pedalata. Pur con tutte le differenze che la distanza temporale comporta, ci era sembrato che le due ruote potessero avere un valore evocativo… ma non ci eravamo immaginati di pedalare in condizioni meteorologiche ostili!

In fondo le previsioni non erano così pessimiste, il vero peggioramento era previsto per la serata e in una giornata nuvolosa non si era vista ancora neanche una goccia e…

Locandina dell'iniziativa sostenuta dai sindacati a Sassuolo

Sono le 15 e comincia a piovere. Piano, sottile, ma indubbiamente piove. La partenza è fissata per le ore 16. Comincia il giro di telefonate. Magari smette. Magari no, ma non peggiora. Magari qualcuno viene lo stesso. Se nel 1946, per dire, ti alzavi in una mattinata piovosa cosa facevi, non andavi a lavorare? Ci andavi eccome! E allora ci andremo anche noi, in bicicletta.

Alle 16, sotto i portici di piazza Garibaldi, non siamo nemmeno gli unici su due ruote. Siamo anzi molti di più di quanto avremmo mai creduto. E altri sono in automobile, pronti a formare pool car e a seguirci nel nostro percorso nella storia del lavoro. Alla fine siamo un bel gruppo, il gruppo ideale: motivati, curiosi, compatti. Dopo i saluti della Presidente del Consiglio Serena Lenzotti e di Rita Gazzadi, presidente del Circolo Alete Pagliani, siamo pronti per cominciare.

I saluti istituzionali all'iniziativa sostenuta dai sindacati a Sassuolo

Una storia in 6 tappe

Il nostro percorso inizia nel centro della città con una contestualizzazione che abbraccia vari aspetti, dalla vita quotidiana alla politica, in un gioco di rimandi tra realtà locale e prospettiva nazionale. È una panoramica a grandi pennellate quella che dipingo per il nostro pubblico. È solo lo sfondo delle vicende che approfondiremo via via, ma c’è spazio anche per qualche aneddoto che aiuti a fissare alcuni concetti: finita la guerra, Maria Torri si costruisce la casa con le pietre del ponte della Veggia, che è stato colpito dai bombardamenti. Negli stessi anni si impegna nel partito e, sempre in bicicletta, fa la “diffusora” de l’Unità. A Borgo Venezia, d’altra parte, nel 1948 il 100% della popolazione vota PCI.

Partenza dell'iniziativa del 1 maggio sostenuta dai sindacati a Sassuolo

La partenza da piazza Garibaldi

E il lavoro? Prima la Marazzi, che è l’unica ceramica non danneggiata, ma poi anche le altre si avviano a riprendere a pieno ritmo la loro attività, ma gli scenari politici e i rapporti sociali sono cambiati e mettono in crisi i vecchi equilibri, nei luoghi di produzione come nelle famiglie. Per le donne è particolarmente dura: dopo che hanno occupato il posto degli uomini nelle fabbriche, finita la guerra si vorrebbe che rientrassero a casa, ma si può chiudere un occhio se costano meno.

Ceramica Marca Corona, inizio anni ’50

Come conciliano i tempi del lavoro fuori casa con gli impegni di madri e mogli? Dove mettono i bambini? È un pensiero condiviso che «la maternità è una funzione sociale che interessa tutta la collettività, non solo la madre o la famiglia, e lo Stato deve predisporre una tutela e una protezione efficace», come disse Teresa Noce nel 1946, o la legge per la tutela delle lavoratrici madri entrata in vigore nel 1950 fatica a cambiare le cose? Nel 1955 una delegata sindacale della Marca Corona  lamenta come ancora a Sassuolo non ci siano asili nido aziendali. E quelli comunali? Dove non arriva l’amministrazione pubblica, prova ad arrivare l’associazionismo.

Seconda tappa dell'iniziativa del 1 maggio sostenuta dai sindacati a Sassuolo

La tappa davanti ai capannoni della Marazzi

I rapporti tra “padroni” e lavoratori sono spesso complicati non solo nelle ceramiche ma anche in altre fabbriche, come la Ballarini. Ne tocchiamo tre nel nostro giro e ciascuna ha una sua fisionomia: se da una parte non entra nemmeno l’Unità, dall’altra è il paternalismo del datore di lavoro a provocare un “addormentamento” degli operai e, “sotto l’occhio della madonna pellegrina”, un travaso di voti dalla Cgil alla Cisl. Alle Ballarini la narrazione di Daniel ci parla di conflitti e discriminazioni e risveglia i ricordi di uno dei nostri partecipanti: il suo racconto dell’esperienza vissuta in fabbrica conferma quanto detto e vi aggiunge il fascino e il calore della testimonianza.

Borgo Venezia, un posto a sé

Le parole di Umberto risuonano dentro di noi mentre affrontiamo l’ultimo trasferimento, il più lungo, sulla ciclabile che costeggia il fiume. A Borgo Venezia abbiamo deciso di arrivare da qui, nonostante la pioggia che non ha mai smesso. Perché per capire Borgo Venezia e le sue storie bisogna venirci dal fiume, che tanto lavoro ha dato ai primi che vi hanno abitato, passando sotto quel ponte che, ricostruito dopo le bombe, ancora oggi permette il passaggio del treno verso Reggio Emilia. Il fiume, il ponte e la massicciata ferroviaria, che ha fatto di questo quartiere di Sassuolo un posto a sé, tenuto assieme dalla solidarietà, culla della Resistenza.

Un quartiere operaio, certo, ma dove non sono mancati gli esempi di piccola imprenditorialità, dalla cooperativa birocciai al laboratorio di maglieria messo in piedi con i soldi del camion requisito per la patria. Se il primo è un lavoro quasi solo per uomini, a cui spesso però concorre l’aiuto della famiglia, il secondo nasce dalla disperazione di una donna rimasta sola e che ha saputo ripartire, ma è un’esperienza eccezionale e positiva, che va guardata nel quadro più ampio e problematico dello sviluppo dell’industria tessile a spese di tante magliaie a domicilio.

Ultima tappa dell'iniziativa del 1 maggio sostenuta dai sindacati a Sassuolo

Nonostante l’entrata in vigore della Costituzione, già nel 1948, le lotte sindacali, le leggi proposte ed entrate in vigore via via, i problemi del mondo del lavoro ci accompagnano ad intravedere gli anni ’60 e ’70, ma – come si dice – questa è un’altra storia!

L’iniziativa è stata sostenuta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, con il patrocinio del comune di Sassuolo e la partecipazione del Circolo Arci Alete Pagliani, Arci Modena e Anpi, sezione di Sassuolo. A loro e al pubblico che ci ha seguito con tanta passione, un sentito “Grazie”!

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