È ancora mattina presto, quando attraversiamo il ponte sul Pescarolo e cominciamo la salita verso Saltino di Prignano sulla Secchia. Chissà per che vie e accompagnati da chi avranno proseguito la loro strada i due soldati russi condotti fin qui da Maria Debbi, nell’estate del 1944. Non ho conosciuto Maria, se non attraverso la testimonianza che ci ha lasciato a 30 anni da quegli eventi. Leggere del suo viaggio e del suo passaggio a Sassuolo, però, mi ha particolarmente colpito. Ho ripensato tante volte a quella storia, pedalando dalla città dove vivo fino al Pescale e a quel torrente che in estate spesso si fatica a individuare. Quella della staffetta modenese sarà una delle storie che racconteremo oggi, accompagnando in un trekking storico i ragazzi e le ragazze delle terze classi delle scuole medie di Prignano. La camminata avrà come fulcro geografico la frazione di Saltino e come aggancio temporale il 73° anniversario della morte del comandante partigiano Mario Allegretti, avvenuta durante un’azione nella notte tra il 9 e il 10 aprile.
Saliamo e in breve siamo sopra la nebbia che avvolge Casa Azzoni. La sensazione è quella di una finestra che si apre su un paesaggio luminoso: davanti a noi splendono le dolci pieghe verdi del territorio di Prignano, campi e boschi, sullo sfondo il Cusna ancora innevato. Guardo la vallata sotto di noi e le nuvole basse lungo il corso del fiume Secchia: speriamo si apra perché vedere il paesaggio è funzionale ai nostri racconti.
La comunità di Saltino di Prignano nella guerra totale
Una volta arrivati, ci raduniamo e contiamo: le classi, gli insegnanti, i volontari della sicurezza, cittadini di Prignano e altri che ci hanno raggiunto da Montefiorino e dalla pianura… ci siamo tutti, allora si parte!
La Chiesa di Saltino è il punto di ritrovo e la prima tappa del nostro trekking. Il campanile suona le 9.30. L’aria è fresca, il luogo suggestivo. Quando si sente l’ultimo rintocco tocca a noi. Nel silenzio attento dei presenti, risuona solo la voce di Badoglio che annuncia l’armistizio e ci cala nel tempo della nostra storia. Torniamo alla serata dell’8 settembre 1943 e poi ripercorriamo i primi passi della Resistenza: passi di donne, passi di uomini. È il tempo di una prima scelta. Ma perché partiamo proprio dalla parrocchia di Saltino? I parroci non hanno un ruolo secondario nelle vicende di quegli anni, ma la risposta viene da uno studente che ha il compito di leggere uno dei documenti sottoposti ai ragazzi… e chi lo avrebbe mai detto? A Saltino c’è di mezzo una storia di armi. Erano custodite qui, poi presero la via di Monchio e del Monte Santa Giulia.
Ma cosa significava, per la comunità di Prignano e più in generale dell’Appennino, vivere quegli anni, vivere la guerra totale? Di cosa era fatta la loro vita quotidiana? Lo scopriamo nella tappa successiva, ancora una volta aiutati dai nostri giovani lettori che ci danno notizia di numerose rapine. Commesse da chi? La Guardia nazionale repubblicana, legata al fascismo di Salò e pronta a collaborare con la Germania nazista, le attribuisce a uomini e donne armati, sconosciuti. La realtà di quel tempo è molto complessa: qualcuno ruba per fame, qualcun altro per sopravvivere nella clandestinità della lotta; c’è anche chi si approfitta della guerra civile per predare i beni altrui, spacciandosi per partigiano. Contro costoro le formazioni partigiane agiscono con durezza, reprimendo e fucilando.
In piazza a Saltino un monumento alla pace ricorda Allegretti insieme ad altri, caduti negli anni tra il 1940 e il 1945. Tra loro c’è anche chi è partito dall’Appennino per andare a fare la guerra fascista e ha vissuto l’8 settembre lontano dall’Italia.
La Resistenza nell’alta valle del Secchia
Le due tappe successive ci riportano a vicende del territorio. Il panorama che si apre sulla valle, con il fiume che serpeggia sul fondo e la corona delle montagne tutto attorno, è la cornice ideale per raccontare la Resistenza nell’alta valle del Secchia: lo sviluppo della Resistenza, la strage di Monchio, Susano e Costrignano e le vicende della zona libera di Montefiorino di cui anche Prignano fa parte. Le letture ci raccontano le azioni dei ribelli, poi intervengo di nuovo anche io, per riprendere il filo della Resistenza femminile lasciato sospeso dalla prima tappa, da quell’aiuto spontaneo offerto all’indomani dell’armistizio. Parlo di staffette e di combattenti, dei Gruppi di difesa della donna e di come si siano formati anche in montagna, prima con qualche difficoltà e poi con l’apporto decisivo delle donne della “bassa” e quel riconoscimento da parte maschile che sembra non arrivare mai.
La storia di Mario Allegretti
Arriviamo così all’aprile del 1945 e, dopo una faticosa salita, al cippo commemorativo posto vicino al luogo in cui rimase ucciso Mario Allegretti. Non c’è un metro e 20 di neve come nell’inverno del 1945, ma le gambe diventano a ogni passo più pesanti. Le parole di Daniel ci aiutano a rivivere il 10 aprile di 73 anni fa. Ascoltandolo, capiamo perché ci abbiamo tenuto tanto a venire fin qui, nonostante la pioggia caduta fino alla sera prima e condizioni del terreno non ottimali.
Alla memoria di Allegretti sono state dedicate tante cose e ogni anno, qui a Prignano, la sua storia viene ricordata. Ma perché i più giovani possano comprenderla appieno, occorre arrivarci piano piano, occorre contestualizzarla, provando a riempire di senso e di esperienza le parole lette sui libri. Capire che cosa, da allora, ci portiamo dietro oggi. La vicenda di Allegretti non è una vicenda isolata, nata dal nulla, e quell’epoca storica non è stata vissuta solo da chi ha scelto di combattere.
Per questo motivo, in preparazione dell’uscita, Daniel è andato in classe a parlare con gli studenti, portando la voce della memoria di un partigiano e la sua voce di storico. E per questo motivo il trekking ci ha impegnato per l’intera mattinata. La complessità che la storia ci pone davanti è una sfida, ma per vincerla la soluzione non è semplificare: è provare a spiegarla.

Ultima tappa al parco della Resistenza di Prignano leggendo i diritti e i doveri della donna secondo i Gruppi di difesa della donna
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